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L’inconscio è perfetto. Tranne che per gli esseri umani.

L’inconscio è perfetto. Tranne che per gli esseri umani.
L’inconscio è perfetto. Tranne che per gli esseri umani.

Come tutti sappiamo, una volta che abbiamo imparato ad andare in bicicletta, non lo dimentichiamo più. Ed anche se smettiamo di farlo per molto tempo, è necessario uno sforzo minimo per riprendere a farlo con efficacia.
Esistono molte attitudini che fanno parte di quella che viene chiamata Memoria Procedurale.
Quella procedurale, a differenza di altri tipi di memoria, è affidabile e durevole, non diminuisce significativamente con il disuso, non richiede rappresentazioni mentale consce o inconsce, e non ha nemmeno bisogno di motivazione..
In altri termini non ha bisogno dell’intervento della nostra corteccia cerebrale, ovvero della nostra coscienza.
La memoria procedurale non ci è utile solo per andare in bici, ma investe una importanza fondamentale anche per la nostra vita emotiva.

Il bambino costruisce nei suoi primi anni di vita dei modelli operativi interni, che diventano nel corso della vita strategie inconsce di regolazione degli affetti e di interazione relazionale.
Tali strategie, al loro apparire, sono sempre adattive. Nel senso che utilizzano, al meglio delle loro possibilità, le capacità mentali a disposizione di un bambino di pochi anni.
I modelli operativi interni, e buona parte della nostra vita emotiva, è codificata nella memoria procedurale.
Questo ha indubbiamente una grande vantaggio evolutivo. Ma nasconde purtroppo un grande svantaggio per il nostro benessere psicologico.
Come detto infatti, tali modelli inconsci, creati durante l’infanzia, continuano a regolare la nostra vita affettiva fino alla fine dei nostri giorni.
Se le nostre figure di accudimento sono stati sufficientemente buoni, possiamo essere sufficientemente fiduciosi che le nostre memorie funzionino al meglio per assicurarci il nostro benessere.
Ma se le cose non sono andate esattamente così, il nostro funzionamento mentale rischia di non essere un grande alleato.
Per la semplice ragione che le nostra mente inconscia è regolata per permetterci di (sopra)vivere in un ambiente esterno ostile o inadeguato.
Ed anche se nel frattempo la realtà esterna è cambiata, e noi lo sappiamo benissimo, questo da solo non basta per cambiare le cose.
Non siamo in grado di intervenire direttamente sulle nostre reazioni emotive, nello stesso modo in cui non siamo capaci di interrompere uno starnuto, una volta che è partito l’impulso.

Questo però non vuol dire che siamo destinati alla sofferenza.
Per nostra fortuna nell’essere umano esistono due tendenze che si contrappongono. Una difensiva ed una trasformativa.
Non c’è qui spazio per approfondire questo argomento, che ho trattato in un articolo specifico.
La cosa più importante da dire al riguardo però è molto semplice.
Esiste una capacità che ci distingue da tutti gli altri animali. compresi i mammiferi a cui apparteniamo. E che ha richiesto milioni di anni di evoluzione. Si chiama Autoconsapevolezza.
Resta a mio avviso l’unico strumento che ci permette di emanciparci. Dalle nostre ferite, e dalla nostra appartenenza al regno animale.

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