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Depressione

Depressione

La Depressione è un disturbo dell’Umore.
Già tale definizione chiarisce che, in termini strettamente clinici, il nucleo centrale di questo disturbo non è rappresentato da un conflitto, bensì da uno stato d’animo.
Ed infatti il depresso è caratterizzato da uno stato di tristezza e scoraggiamento, da scarsa propensione all’azione, da una visione pessimistica dell’esistenza.
Freud collegava la depressione al lutto.
In termini freudiani potremmo considerarla quindi un lutto, inconscio, non elaborato.
In oltre 100 anni il quadro clinico della Depressione è notevolmente cambiato. Come è inevitabile che fosse.
In termini più realistici, e forse anche più moderni, possiamo considerare la Depressione come il crollo di una illusione, a cui il soggetto non sa reagire in termini sani, ovvero mobilitando le sue energie, ma restando immobilizzato.
In un certo senso la chiave di volta è proprio questa: il crollo di quale illusione ha mobilitato la risposta depressiva?

Un altro elemento che caratterizza la Depressione degli ultimi decenni è che i “classici” vissuti di lutto e senso di colpa vengono sostituiti sempre più spesso da quelli di vuoto e fatica.
L’individuo non è più regolato da un principio esterno, di conformità alla legge (leggi alla voce “sensi di colpa”), ma deve fare appello alle sue risorse interne, in uno scenario sociale in cui tutto è – fittiziamente – possibile.
Il conflitto ora non è più tra permesso e proibito, ma tra possibile e impossibile.
Il nucleo depressivo è generato da un senso di insufficienza, ovvero dalla fatica di sostenere un ego, le cui possibilità sono potenzialmente illimitate, ma restano perennemente precarie ed insicure.

Ricollegandoci alla domanda iniziale, possiamo chiederci allora “il crollo di quale illusione ha mobilitato la risposta depressiva?”
Ovviamente la risposta va trovata nella storia individuale di ognuno.
Ma in termini esistenziali, ciò che alimenta la risposta depressiva nella nostra epoca è, a mio modesto avviso, il crollo dell’illusione narcisistica.
Mi riferisco con tale termine all’ Ego, sovrastimolato dalla società attuale, che è convinto di poter bastare a sé stesso, per il quale ogni desiderio equivale ad un diritto, che ha perso l’esperienza del limite, ovvero di quella legge di natura, che si contrappone al desiderio.