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Arrendersi all’incertezza

Arrendersi all’incertezza
Arrendersi all’incertezza

Ho la sensazione che il discorso del presidente del consiglio Conte di pochi giorni fa abbia creato delusione e malumore diffusi.
Ho come l’impressione che esistesse una aspettativa un po’ infantile che il 4 maggio si proclamasse una sorta di “Tana libera tutti!”
Siamo rimasti imprigionati troppo a lungo, ostaggi di un destino che non meritavamo.
Forse esiste dentro di noi una ostinata attesa di “ritorno alla normalità”.Ci sono alcune caratteristiche della mente ordinaria che in questo delicatissimo momento, rischiano seriamente di portarci fuori strada.
Ne cito alcune, in ordine sparso:
Utilizzare gli eventi del passato per prevedere quelli futuri.
Allontanare dalla coscienza ogni traccia della nostra vulnerabilità.
Alimentare l’illusione di avere il controllo della nostra vita.Eppure noi essere umani dovremmo essere allenati all’incertezza.
Siamo gli unici animali a sapere di dover morire, senza però conoscere né quando né come.
Già questa semplice consapevolezza dovrebbe aiutarci ad affrontare una semplice verità.
Possiamo fare infinite ipotesi, MA NESSUNO SA CHE FUTURO CI ATTENDE.
Personalmente non riesco a sapere nemmeno quando riuscirò a tagliarmi i capelli.

Parafrasando C.S. Lewis, questa epidemia non ci ha reso più vulnerabili. Ci ha solo mostrato che lo siamo sempre stati.
Per tale ragione, non ha senso ostinarsi ad utilizzare le stesse strategie che funzionavano in tempo di pace.
Ingannati ancora di più dagli strumenti digitali, rischiamo di alimentare l’iper-controllo e l’accumulo di informazioni.
In scenari ad alta incertezza, i modelli di pianificazione strategica sono destinati a fallire, e devono lasciare spazio a quelli collegati all’innovazione.
Nei momenti di crisi non sopravvivono i più forti, e nemmeno quelli più competenti, ma, semplicemente, quelli capaci di adattarsi più velocemente.
Gli elementi vincenti sono: creatività, pensiero critico, flessibilità, intuizione.
In un certo senso sono in gioco (o in lotta?) le parti più antiche della nostra mente, con quelle più evolute.
La paura, e la nostra consapevolezza (che può essere amplificata infinitamente).

Articolo pubblicato sulla mia pagina facebook il 28 Aprile 2020

https://www.facebook.com/agostinocielopsicoterapeuta/

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